Esistono due tipi di brughiere in Italia.
Le brughiere alpine crescono sopra il limite del bosco, attorno ai 2000m, su terreni acidi, poveri di sali minerali e di humus.
Le brughiere dei pianalti pedemontani, tipicamente dell’alta Lombardia e Piemonte, crescono su suoli rossi, argillosi, arenacei e spesso ferrettizzati. Terreni inadatti alla crescita di altre piante ed anche alla coltivazione, in passato adibiti al pascolo di pecore (vaude, baragge, groane).
In entrambi i casi i suoli sono magri, con scarsi nutrienti e scarsa competizione di altra vegetazione che vi stenta a crescere.
Le specie della brughiera invece si sono ben adattate a questi terreni acidi, tanté che se viene meno questa condizione, le piantine ingialliscono e stentano. Per una questione fisiologica infatti, non riescono ad assorbire a sufficienza il ferro in terreni neutri o alcalini.
In giardino sono fra i pochi sempreverdi della flora spontanea, e quindi si prestano particolarmente a dare colore durante l’inverno. In genere resistono bene al freddo ed alla siccità, in condizioni di sole o mezzombra.